Crediamo che la moda possa e debba essere libera dall'utilizzo di prodotti di origine animale, crediamo che si possano realizzare prodotti ugualmente belli e di qualità senza che alcun animale soffra.
File di gabbie metalliche, impilate le une sulle altre in stanze chiuse, senza finestre, sporche e con cumuli di escrementi sul pavimento, fenomeni di impazzimento, autolesionismo e cannibalismo sono negli allevamenti da pelliccia all’ordine del giorno, viste le condizioni innaturali e contrarie all’etogramma delle specie coinvolte in cui gli individui devono sopravvivere per poi essere uccisi in camere a gas o con scariche elettriche.
I problemi di queste strutture non riguardano solo gli animali poiché questi luoghi rappresentano un rischio per la salute pubblica. Durante la pandemia infatti centinaia di allevamenti di visoni sono stati infettati dal virus (causando un contagio poi dagli animali all’essere umano). Questa tipologia di allevamento ha dimostrato ancora una volta di essere una pratica insostenibile, caratterizzata da un forte impatto sull’ambiente e una seria minaccia per la biodiversità locale.
L’Europa è uno dei massimi produttori di pellame da pelliccia con 5000 allevamenti in 22 paesi, e fornisce il 64% del totale delle pellicce da allevamento. L’11% della produzione proviene da USA e Canada e il resto da altri Paesi come Russia e Cina. Fortunatamente però sempre più paesi in Europa stanno ponendo questo divieto, sono già tredici gli Stati membri che hanno formalmente messo al bando l’attività di allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce (Austria, Belgio – dal 2023, Croazia, Estonia – dal 2026, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Olanda, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia); tra questi anche l’Italia con il divieto vigente dal primo gennaio 2022. Sull’Italia è necessario aprire una parentesi: nel nostro Paese da un lato si festeggia una vittoria significativa per la protezione degli animali, dall’altro si constata che più di cinquemila visoni riproduttori sono ancora rinchiusi nelle gabbie, in attesa del decreto interministeriale che ne deciderà la sorte e ne disciplinerà l’eventuale cessione.
Per mettere fine a queste crudeltà oltre 80 associazioni per i diritti animali da tutte l’UE hanno dato vita all’Iniziativa dei Cittadini Europei Fur Free Europe. Questa campagna è stata un successo: si è chiusa un mese in anticipo rispetto alla scadenza ufficiale grazie a un numero record di firme raccolte: oltre 1,5 milioni. Ha anche raggiunto con successo la soglia di firme in 19 Stati membri. Le istituzioni però non stanno agendo come speravamo. Nella sua risposta ufficiale la Commissione UE si è impegnata a valutare il possibile divieto di allevamenti per pellicce e il commercio di prodotti in pelliccia in seguito a un parere scientifico dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare), da stilare entro marzo 2025.
Cos’è Koba?
Koba è la prima pelliccia animal-friendly di origine NON animale realizzata per il 37% con la soia e il poliestere riciclato, quindi con ingredienti di origine bio e pensata per ridurre l’impatto ambientale delle pellicce sintetiche, nello specifico rappresenta:
una riduzione del 30% dell'energia
una riduzione del 63% delle emissioni di gas a effetto serra
Animalfriendly
Koba rappresenta la nostra idea di futuro, un futuro in cui gli animali e l'ambiente vengano rispettati al pari degli esseri umani!
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